Ieri mentre ci apprestavamo a raggiungere le nostre vicine sulla panchina, all'ombra del grande tiglio, ho avuto l'impulso di prendere la mia "sacca" del lavoro. Sto confezionando una bambola di pezza per una bambina nata da pochissimi giorni nei colori del sole e dei campi di girasole. Così mi sono seduta e ho iniziato a lavorare. Le donne stupite mi hanno chiesto cosa facessi e poi hanno ammirato la mia bambola e hanno cominciato a raccontare...
Ognuna di loro possiede ancora una grande bambola in ceramica e stracci che si regalava il giorno delle nozze, tutta vestita di trine e pizzi. Da piccoline giocavano con piccole bambole realizzate dalle loro mamme o che cucivano da sole con magliette o pezze...
La bambola non è un semplice gioco, è sicuramente il gioco più antico usato fin dai primordi dei tempi. Un semplice legnetto avvolto in un fazzoletto, una pezzetta con un nodino in cima a rappresentare la testina, una bambolina creata con una "matassina" di lana fino a quelle più elaborate di pezza o porcellana. Ogni bimba, ricca o povera, di ogni tempo, religione, colore e cultura, ha avuto la sua bambolina.
"Oggi la grande produzione di giocattoli industriali, Tv ed il computer hanno ucciso non solo la creatività dei ragazzi, ma anche i rapporti di socializzazione del gioco.
Hanno eliminato i segni educativi del gioco stesso: il movimento, la comunicazione, la fantasia, l’avventura, la costruzione, la socializzazione.
Nei tempi passati, il gioco era di tipo creativo, collettivo di alto valore sociale. Si viveva in case piccole, poco comode, perciò la piazza era il laboratorio all’aria aperta di giochi semplici da parte di ragazzini indipendenti ed autonomi. Con poco si sopprimeva la noia.
Il recupero dei giochi tradizionali, per le giovani generazioni, rappresenta la riscoperta della propria storia culturale e materiale, delle proprie origini, del senso di appartenenza. Ricostruire la storia dei giochi nella tradizione di un territorio assume un profondo valore storico e antropologico. E la scuola dovrebbe promuovere progetti di studio sui giochi di una volta; non come ricerca episodica e fine a se stessa, ma come scelta didattica importante per la formazione del giovane. Il confronto delle varianti tecnologiche e delle regole con gli stessi giochi di altre zone geografiche ha un valore etno-antropologico, non certo marginale per lo studio della storia locale"
Noi dell'Associazione Culturale CardaMomo crediamo che il gioco sia l'espressione più autentica della cultura umana.
Crediamo che il gioco sia sempre "figlio del tempo" e che si adatta al contesto sociale nel quale si svolge.
Nella nostra Etno- Ludoteca ospitiamo bambini provenienti da vari Paesi ed insieme sperimentiamo un percorso ludico- educativo alla riscoperta degli antichi saperi e mestieri di ogni popolo.
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